LA SCOLIOSI TORACICA

Abbiamo deciso di dedicare questo spazio ad una breve dissertazione sulla scoliosi toracica in funzione dell’alterazione che la scoliosi stessa determina sulla funzionalità respiratoria. Si rende evidente, al termine di questo scritto, perchè evitare tutte quelle attività motorie iperventilanti che risultano essere controindicate proprio perchè agiscono nel senso della disfunzione scoliotica toracica, peggiorandola, nei quadri clinici/strumentali ove si evidenziano le asimmetrie costali.

La scoliosi idiopatica viene definita dall’International Scoliosis Society come una malattia multifattoriale a cui partecipa una mutazione anomala del SNC geneticamente determinata, associata a disassiamento dello scheletro per sofferenza di crescita dei diversi elementi vertebrali, sui quali agiscono fattori biochimici e neuromuscolari per i quali è difficile stabilire se siano cause o conseguenze.

La deformazione scoliotica associa una curva laterale sul piano frontale ad una rotazione vertebrale su quello orizzontale.

Colpisce essenzialmente adolescenti di sesso femminile con un’evolutività che tende ad essere più rapida durante la spinta della pubertà fino alla maturità ossea e nel 70% dei casi la forma clinica sviluppata è di una scoliosi ad una curva maggiore, nel 30% una scoliosi a due curve maggiori.

scoliosi

Al di sotto di una certa soglia, l’evoluzione della scoliosi idiopatica non è ineluttabile. Se si considerano solo le forme di scoliosi  constatate prima della pubertà, la percentuale di quelle che peggiorano aumenta nettamente secondo le localizzazioni: 29% per le lombari, 58% per le toraciche, 70% per le toracolombari, 92% per le doppie maggiori.

Al contrario, dopo la pubertà una scoliosi inferiore ai 30° ha solo il 2% di rischio d’aggravamento fino alla maturità ossea.

Tra le scoliosi ad una curva maggiore distinguiamo la SCOLIOSI TORACICA, prevalentemente ad espressione destra, da T4-T5-T6 a T11-T12 con curva lombare minore che si sviluppa con una frequenza del 25%.

scoliosi toracica

In una condizione di normalità di meccanica toracica, nella fase inspiratoria, le coste si sollevano sotto l’azione dei muscoli scaleni e sternocleidomastoidei per la prima costa, intercostali esterni per le altre creando così una componente verticale di sollevamento e una orizzontale di scivolamento diretta all’indietro.

Nella fase espiratoria, lo sterno e le coste inferiori vengono abbassate dai muscoli addominali, le coste superiori si abbassano sotto l’azione dei muscoli intercostali interni la cui azione si scompone in una componente verticale verso il basso e una orizzontale verso il retro.

Al contrario in una condizione scoliotica toracica i suddetti movimenti non possono realizzarsi in modo adeguato in quanto le coste della concavità si avvicinano e si orizzontalizzano mentre le coste della convessità si allontanano e si verticalizzano con la comparsa di una coppia di forze che tende ad aumentare la rotazione.

 

Sul piano orizzontale che passa per l’apice della curva, il corpo vertebrale si trova nettamente all’indietro e all’esterno della linea di gravità.

La forza che tende a spingere l’apice della curva verso la convessità si trova secondo un asse che guadagna il centro di gravità e il centro del corpo vertebrale. Questa forza tende ad aggravare la rotazione e a spostare il corpo vertebrale verso la convessità.

Questa azione è tanto più importante quanto più l’inflessione laterale è marcata e quanto più il corpo vertebrale si trova lontano dall’asse sagittale mediano.

Inoltre questa azione è tanto più grande quanto più il centro di rotazione della vertebra è lontano dal corpo vertebrale. E’ questo il caso che si verifica a livello lombare, il cui centro di rotazione si trova situato alla base dell’apofisi spinosa. Il braccio di leva G-T è maggiore e il momento di forza F sarà più importante.

Nell’inspirazione, il diametro sagittale del torace aumenta, ma il diametro trasversale non muta. Il movimento costale non può realizzarsi normalmente né nella concavità, perché le coste sono troppo orizzontali, né nella convessità perché sono troppo verticali. I movimenti del torace aumentano poco il suo volume e questa mancanza di espansione toracica comporta una sindrome respiratoria restrittiva.

I movimenti costali aggravano la rotazione: su di un corpo vertebrale in rotazione, la pressione delle teste costali dal lato della convessità diviene posteriore all’asse di rotazione; la pressione delle teste costali dal lato della concavità è anteriore all’asse di rotazione. Si forma così una coppia di forze che aggrava la rotazione vertebrale. La forza trasmessa dalla costa è tanto maggiore quanto più questa è orizzontale. Nella concavità la pressione orizzontale è massima all’apice della curva.  Quando la costa è verticale la componente sul corpo vertebrale è inferiore.

Invece, se la costa è molto angolata all’indietro ( gibbo angolare ) l’azione dei mm. intercostali della convessità ancora la rotazione rendendo difficili le detorsioni.

In assenza di un trattamento efficace ortesico e chinesiterapico o chirurgico, la scoliosi progredisce nella sua evoluzione e le deformazioni toraciche cominciano ad essere importanti. Il gioco delle coste è profondamente modificato e comporta un’insufficienza respiratoria per sindr. restrittiva. In aggiunta le pressioni delle teste costali aggravano la rotazione e in questo modo il circolo vizioso dell’evoluzione della deformazione scoliotica prosegue.

Oltre una soglia di 90° di rotazione vertebrale, nella zona in cui la torsione è massima, cioè all’apice della curva, nulla trattiene più il rachide in avanti: è il momento della formazione della cifosi, configurando il grave quadro della cifo-scoliosi.

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*si ringrazia il CENTRE EUROPEEN COLONNE VERTEBRALE DE LYON per la gentile concessione di alcune immagini.

Dott. Giovanni Sciascia