SOLETTE POSTURALI PROPRIOCETTIVE

L’utilizzo di particolari solette può contribuire a ritrovare la saluteRisultati immagini per solette posturali propriocettive
Hanno un nome particolare e si differenziano dalle classiche solette ortopediche per il metodo di utilizzo e influenza che hanno sul corpo: sono le solette Propriocettive che, al contrario delle solette classiche, non agiscono unicamente in modo meccanico, ma vanno a stimolare il sistema muscolare in modo da favorirne il riequilibrio.

La funzione e l’utilizzo di questo tipo di solette era per noi un mistero; per questo motivo abbiamo interpellato un esperto che potesse chiarirci i dubbi, il dottor Mambrin Davide – podologo.
Il dottor Mambrin, alla prima, lecita, domanda vuole anzitutto fare una premessa spiegando che «tutto nacque da un manuale frutto di dieci anni di esperienza nel campo propriocettivo plantare: “Il Morgante”».

Scritto da Fabio Moro, un podologo definito da Yann Pointhiere “particolare”. Egli ha offerto e continua a offrire tutt’ora una metodica del trattamento del piede con elementi propriocettivi dando un ruolo di tampone del sistema tonico posturale. Come Mambrin ama pensare, ha ricercato un senso più profondo a tutto ciò che rappresenta il piede: adattativo per certi aspetti, di ostacolo per altri, alla riprogrammazione posturale.
Un interagire con tutto quello che ci circonda e in modo meccanico e sensoriale si modifica attimo dopo attimo durante gli anni della nostra esistenza.

«Come me, molti altri si sono avvicinati e continuano ad avvicinarsi alla “Podologia non Lineare” di Fabio Moro, senza capire a volte il vero significato di ciò che vuole trasmettere, vengono catapultati dopo anni di biomeccanica prettamente “statica” e apatica, per certi aspetti, in un meraviglioso universo che collega tutto a 360 gradi e dà un perché a ciò che la “semplice” medicina meccanicistica a volte ha dato una serie di risposte colme di interrogativi.
Negli anni a venire ho avuto la fortuna di poter condividere alcuni momenti con Fabio Moro il quale a volte semplicemente con un banale atteggiamento o una risposta sintetica mi ha dato la possibilità di capire la miriade di sfaccettature che il corpo umano ha e che noi come semplici osservatori dobbiamo assecondare per comprendere un atteggiamento, un movimento, una postura.
Quindi premetto che io sono un semplice esecutore di una metodica non mia ma alla quale io credo ciecamente e della quale ogni giorno che passa sono affascinato per la semplicità e complessità della quale è composta».

Premessa fatta, attacchiamo con le domande dirette, che ci aiutino a comprendere perché per mezzo degli stimoli di questa soletta si possa attivare la risposta dell’organismo alla modifica della postura.
Che differenza c’è tra una soletta normale e una propriocettiva?
«Una soletta normale è creata di solito per correggere un problema
biomeccanico del piede: sostenendolo, limitandolo, costringendolo a un determinato movimento a livello osteoarticolare; la soletta propriocettiva stimola a livello muscolare, il resto lo facciamo noi… Non dimentichiamo poi l’ingombro di un plantare all’interno della scarpa: per il piede non rimane più spazio adeguato e quindi si è costretti a portare scarpe a noi non molto congeniali; con la soletta posturale volendo possiamo indossare anche un decolleté».

Come viene realizzata? E con quali materiali?
«I materiali di solito sono costituiti da una base relativamente flessibile, da esigui spessori posti in determinati punti della pianta del piede, da uno stimolatore neuromuscolare e da un materiale di copertura; un plantare di semplice costruzione ma con a monte una visita posturale nella quale attraverso determinate valutazioni che non si limitano al piede ma che analizzano e inquadrano tutte le problematiche del corpo».

È vero che i piedi possono essere considerati, in un certo senso, “organi sensoriali”?
«Il piede può essere: causativo: nel caso di disformismi congeniti o acquisiti, dopo distorsioni gravi o ripetute, nel caso di eterometrie vere dove svolge il ruolo di compenso adattativo: a varie problematiche oculari, cranio-occlusali, a cicatrici patologiche, a problemi viscerali.
Anche se a volte è difficile definire che sia un problema solo causativo e non adattativo dato che i confini tra le due componenti sono assai ridotti e il sistema nel quale andiamo a intervenire è un sistema assai complesso dove l’interagire di ogni singolo recettore con gli altri lo rende un sistema in continua evoluzione. Compensatore: solo nel caso di eterometrie».

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È possibile stimolare solo l’area sensoriale interessata attraverso le solette?
«Il plantare posturale non è che un tassello di un insieme transdisciplinare di lavoro d’equipe (dentista, ortodonzista, optometrista, O.R.L., osteopata, fisioterapista ecc.), insieme ma senza nessuna priorità di interventi con: la rieducazione visiva, l’analisi vestibolare, la rieducazione miofunzionale e l’analisi approfondita dell’apparato stomatognatico che possono causare un precario mantenimento dell’equilibrio corporeo, instabilità podaliche e disallineamenti strutturali, cervicalgie, dorsalgie, lombalgie, pubalgie, dolori muscolari,
deglutizione atipica».

La soletta propriocettiva aiuta la riprogrammazione posturale, quali sono le conseguenze (positive) sulla nostra salute?
«La soletta propriocettiva agisce, come abbiamo detto, sui muscoli e precisamente sui fusi neuromuscolari innescando un riflesso “miotatico diretto” attraverso i muscoli plantari che sono l’entrata di una catena muscolare ascendente. Chiaramente gli spessori sono minimi perché superato un certo spessore incorriamo nell’innesco del riflesso “miotatico inverso” col risultato di
rilassare il muscolo e di contrarre i suoi antagonisti.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare il ruolo fondamentale della cute plantare che è paragonabile a una pedana dinamometrica bidimensionale e quindi ancora una volta si innescano con la nostra stimolazione propriocettiva altre informazioni attraverso recettori a lento, intermedio e rapido adattamento.
Tutte queste afferenze insieme a quelle delle articolazioni e dei muscoli arrivano al midollo spinale dove avviene la prima integrazione, dopodiché si ha la seconda integrazione a livello encefalico supportata dal supporto di strutture come il cervelletto, i gangli della base il nucleo rosso centrale, la sostanza reticolare, i nuclei striati ecc. Quindi una riattivazione di una catena muscolare che è rimasta inibita o comunque che non risponde in modo corretto».

Chi può consigliare le solette propriocettive a un paziente? Lo deve fare in ambito multidisciplinare (magari insieme a dentisti, osteopati ecc.)?
«Di solito i pazienti vengono da me consigliati da componenti della nostra equipe, nella quale fanno parte varie figure professionali posturalmente consapevoli e preparate a una valutazione posturale globale».

articolo tratto da LA STAMPA.IT sezione Bebessere /salute